LA CATASTROFE MORALE DI CUI PORTIAMO IL PESO




Per molti anni sui passaporti israeliani si leggeva la frase: “Valido per tutti i paesi tranne la Germania”. Ho trascorso i primi 35 anni della mia vita nella Repubblica Democratica Tedesca, dove il nazionalsocialismo era considerato come un problema che riguardava solo la Germania Ovest. La Rdt d’altra parte ha riconosciuto lo Stato di Israele solo poco prima del suo tracollo. Ci sono voluti 40 anni prima che l’intera Germania si facesse carico della propria responsabilità storica, riconoscendo come Germania riunificata lo Stato di Israele.


Sono profondamente convinta che solo assumendo la sua perenne responsabilità per la catastrofe morale della storia tedesca la Germania potrà andare verso un futuro umano. In altri termini, la nostra umanità vive e si sviluppa grazie all’assunzione delle responsabilità del passato.


Diciamo spesso che tra la Germania e Israele esiste un rapporto particolare, unico. Ma cosa intendiamo esattamente quando parliamo dell’unicità di questo rapporto? Mi chiedo fino a che punto il mio Paese sia consapevole del significato di queste parole, non solo nei discorsi e nelle occasioni celebrative, ma alla prova dei fatti.


Ad esempio, come ci comportiamo in concreto di fronte a chi cerca di relativizzare gli orrori del nazionalsocialismo? La risposta può essere una sola: ogni tentativo in questo senso va contrastato sul nascere. Non si dovrà mai più lasciare che l’antisemitismo, i razzismo e la xenofobia prendano piede in Germania e in Europa. Permetterlo sarebbe un pericolo per tutti – per la società tedesca, per l’Europa, per il fondamentale ordinamento democratico dei nostri Paesi.


Oggi spetta a noi – alla mia generazione e a quella dei più giovani – il compito di dar vita a una cultura della memoria che possa sussistere anche domani, quando i superstiti della Shoah non saranno più tra noi. Per questo, ovviamente non esiste una ricetta buona per tutti. Ma il primo passo, quello decisivo, consiste nel riconoscere questa sfida e raccoglierla, per poter trovare insieme, con i giovani israeliani e tedeschi, le vie creative per sviluppare nel futuro una cultura della memoria. In questo ci potrà aiutare la forza che ci ha sostenuti nei decenni passati: quella della fiducia.


Una forza che ha la sua origine nei valori condivisi dei nostri due Paesi: i valori della libertà, della democrazia, del rispetto della dignità umana. E’ questo il bene più prezioso che possediamo: la dignità inalienabile, indivisibile di ogni singolo individuo, indipendentemente dal genere, dall’origine, dalla lingua, dal credo e dalla provenienza.

Da Repubblica


Dal discorso tenuto da Angela Merkel, cancelliere della RFT, davanti al parlamento israeliano il 18.03.08