Fascisti tra noi
Furio Colombo
Nessuno, credo,
ha dimenticato il bellissimo "Fascisti su Marte", lo
spettacolo Tv e il film di Corrado Guzzanti. Si rideva del ridicolo,
che imitava riti veri e gesti veri di veri e ridicoli e sanguinari
fascisti italiani, nei vent´anni del loro governo marcato dalla
vergogna assassina delle leggi razziali. Si rideva come se il
ridicolo fosse l´esagerazione un po´ spiritosa e cattiva
di una vecchia realtà. Chi c´era, a quel tempo, chi ha
visto, chi può ancora narrare quei giorni, può dire che
sono stati peggiori di tutto ciò che abbiamo letto o
ascoltato, sia nella parte ridicola (di cui, in tempo reale, era
pericolo mortale ridere) sia nel volto tragico che prometteva sangue
e ha sempre mantenuto quella promessa.
Se vi sembra che questo
linguaggio sia un po´ pesante, in un´Italia dove tutti
vogliono parlare con un tono più neutrale, tenete conto dei
fascisti. Tenete conto del fatto che, in queste elezioni sono "in
corsa" anche i fascisti. Strani primati, infatti, distinguono
l´Italia dagli altri Paesi dell´Unione.
Siamo
stati gli unici in Europa ad avere personaggi come Borghezio, Lega
Nord, molto attivi nel dare fuoco ai giacigli di immigrati poveri
sotto i ponti della Dora a Torino (condanna per un reato spregevole,
passata in giudicato, ma che non ha impedito a Borghezio di essere,
come è tutt´ora, deputato a Strasburgo della Repubblica
italiana, molto attivo, tra la costernazione di tutti i suoi colleghi
psichicamente e politicamente normali, nell´ aggredire e
insultare il capo dello Stato italiano quando si reca al Parlamento
europeo).
Adesso siamo i soli ad avere il fascismo che torna.
Si chiama fascismo, reclama la sua eredità di cadaveri.
Non
ho letto un solo editoriale dei "liberali" che animano la
grande stampa italiana e sono sempre angosciati dalle sorti di tutta
la sinistra in generale, e dalle sorti del nuovo Partito democratico
in particolare, ma non hanno speso una parola o una riga di
perplessità sul tranquillo ritorno del fascismo in
Italia.
Molti commentatori e corsivisti trovano divertente
che vi siano signore della buona società che si dichiarano
«orgogliose di essere fasciste» e si iscrivono al primo e
al secondo posto della lista elettorale fascista. Le intervistano
come a una sfilata di moda e registrano senza obiezioni risposte
deliranti e certamente estranee alla Costituzione in vigore che, in
qualunque altro Paese, sarebbe un argine invalicabile.
Ma
prima delle signore che stanno accorrendo dalle migliori famiglie
intorno all´iniziativa dichiaratamente fascista di Storace,
credo sia necessario esibire un´altra evidenza, come si direbbe
in un processo: il fascismo nelle scuole. Ne ha parlato su questo
giornale Marina Boscaino, insegnante e giornalista. Ha fatto notare
le nuove dimensioni del problema. Non stiamo parlando di "gruppetti"
e meno che mai di "nostalgici". Per la prima volta nella
storia italiana del dopoguerra, una parte dei ragazzi italiani che va
a scuola (non i più stupidi o volgari o disattenti e - tra
loro - alcuni veri leader) guarda al passato solo come area di
raccolta di simboli e senso di quello che fanno. Il passato è
una prova che si può fare. Fare che cosa? Passare all´azione.
Contro un mondo che non funziona, non può funzionare perché
si chiama democrazia.
In altre parole, questi ragazzi sono ben
radicati nel presente, e nonostante la propensione tipicamente
fascista per riti o celebrazioni funebri, hanno cose da fare per il
presente, e un senso molto vivo, niente affatto qualunquista o
opportunista, del futuro. L´immagine è quella di una
lama che taglia i nodi della complicazione che è la democrazia
imbrogliona e borghese, della ingiustizia che in un simile mondo è
inevitabile, della "legalità", parola pronunciata
con ribrezzo, in nome di una civiltà pulita che si crea con
uno slancio superiore di persone decise a tutto e consapevoli della
loro missione nella storia. Insomma un nuovo fascismo "allo
stato nascente", per usare l´efficace definizione di
Francesco Alberoni.
* * *
Traggo materiale e ragioni di
ciò che sto dicendo da una lettera pubblicata da la Repubblica
(28 febbraio) a cui risponde Corrado Augias.
La lettera:
«Frequento il secondo anno del liceo classico Virgilio di Roma,
ho letto e assistito a manifestazioni scolastiche di rinascita di
movimenti fascisti nelle scuole.... Voi forse pensavate che il
fascismo avesse dato gli ultimi colpi di coda, che fosse un´ideologia
logora. Avevate ragione. Quelli che oggi nelle scuole si
autodefiniscono "fascisti" sono ragazzi come me e tanti
altri.... Questa lettera è anche una richiesta di
comprensione. Il presente è vostro. Il domani no».
Trascrivo
in parte la risposta di Corrado Augias: «"Il fascismo"
è il rivestimento, la buccia, di domande piuttosto
ragionevoli. La buccia fascista, però, si accompagna
inevitabilmente a una certa voglia di menar le mani. L´aspetto
veramente preoccupante è che i ragazzi di sinistra hanno perso
l´iniziativa. Non hanno capito in tempo che bisognava mettere
da parte il dibattito sulle ideologie, che ormai interessano poco, e
lottare invece per i problemi di ogni giorno».
Utilissima
questa lettera e questa risposta, e dobbiamo cominciare da qui.
Lo
farò alla luce della pubblicazione "Blocco Studentesco"
(anno I, numero 2) diffuso in questi giorni nei licei romani, che ha
per sottotitolo «l´avvento dei giovani al potere contro
lo spirito parlamentare, burocratico, accademico».
Titolo
di copertina. «Giustizia!» Spiega l´articolo di
fondo: «La Giustizia è troppo spesso accomunata alla
legalità. Per favore non diciamo cazzate. In un Paese dove
avere la casa è un lusso, dove i mezzi di informazione sono
controllati, dove un innocente come Luigi Ciavardini (ritenuto
co-autore della strage di Bologna, ndr) viene condannato a trenta,
dico trenta anni di reclusione, dove un ragazzo come Gabriele Sandri
viene assassinato senza motivo (il tifoso della Lazio ucciso sulla A1
da un agente di polizia che parla di colpo accidentale, Ndr) dove, a
distanza di trent´anni da una delle peggiori stragi degli anni
di piombo, quella di Acca Larenzia, non c´è nessun
colpevole, chi ancora vuole venire a parlarci di giustizia?»
Per
chiarire a quale fonte stiamo attingendo, occorre far sapere ai
lettori ciò che Tv e giornali non ci dicono: "Blocco
studentesco" colleziona risultati importanti in un bel numero di
elezioni scolastiche e di istituto, piazza negli organi di
rappresentanza studentesca i suoi esponenti, ricopre cariche, parla a
nome di molti. Niente a che fare con i "gruppetti".
Ma
l´ideologia c´è, eccome. È ideologia
rigorosamente fascista. Ma un modo di interpretare, o di completare
l´intuizione di Augias (e anche del ragazzo che gli scrive) è
questa: nonostante il tono funebre della rievocazione e l´aspra
cattiveria motivata dal ricordo, qui non siamo nel passato. Vediamo
perché.
Un primo segnale, quasi una parola codice del
nuovo fascismo, sono le Foibe. Il ricordo di una tragedia preparata a
lungo, con crudeltà dalla occupazione fascista e nazista, ma
conclusasi poi con una feroce vendetta jugoslava contro migliaia di
italiani, diventa nelle pagine di "Blocco Studentesco"
(come accade del resto anche nelle piazze, nel Parlamento italiano e
in televisione) uno strumento per rivendicare la guerra fascista, la
sacralità della nazione e dei confini, l´uso continuo
dell´altra parola codice, «martiri» (parola che
riguarda solo i morti fascisti) per tenere sotto ricatto i giovani di
sinistra (che non sanno che la tragedia delle Foibe non è mai
stata nascosta e non è mai stata un segreto; posso
testimoniarlo perché l´ho studiata e discussa in liceo)
e per profittare di uno strano atteggiamento dell´antifascismo
adulto italiano, che sembra ogni volta colto di sorpresa da uno degli
argomenti più dibattuti da decenni nella vita politica e nella
storiografia contemporanea italiana.
La novità
introdotta dal nuovo fascismo è di parlare dell´orrore
delle Foibe come fenomeno del tutto isolato e indipendente dal feroce
orrore assassino del fascismo italiano e tedesco nella Jugoslavia
invasa e distrutta.
Le Foibe, comunque, servono per non
parlare della Shoah, servono a rovesciare l´indignazione verso
il fascismo in indignazione del fascismo. Potete infatti leggere su
"Blocco Studentesco", in un articolo firmato «Giorgio
Bg»: «Sì, avete capito bene: il 25 aprile è
una data fondamentale per la nostra nazione: è il compleanno
di Guglielmo Marconi, inventore della radio.... E a tutti abbiamo
ricordato che una delle battaglie portate avanti da "Blocco
Studentesco" è quella di distruggere il concetto di
"antifascismo militante"».
Come si vede,
l´idea è chiara e politicamente intelligente. I ragazzi
del Blocco non sono né incolti né disinformati. Sanno
che stanno lavorando per loro gli storiografi improvvisati che si
sono dedicati alla diffamazione della Resistenza. Sanno di poter
contare sui molti insegnanti che di Resistenza non parlerebbero mai e
non hanno parlato mai. Sanno di disporre di uno spazio vuoto, nel
quale la Costituzione italiana rimane ignorata e isolata.
A
leggere quello che scrivono, e come scrivono, sono tipi seri che non
si occupano del fatto che due belle signore della mondanità
milanese, la signora Santanché e la signora Paola Ferrari
(moglie del giovane imprenditore Marco De Benedetti) sono la
candidata n.1 e la candidata numero 2 nella lista ufficialmente
fascista organizzata e promossa da Francesco Storace.
L´effetto
mondano però li beneficia comunque. Invece di essere i resti
di qualcosa che nel mondo è scomparso per sempre sotto il mare
di cadaveri che ha provocato, sono l´avanguardia di un futuro
che penetra le aree eleganti e persino zone che ti aspetteresti, in
modo naturale, estranee al fascismo.
* * *
Ma c´è
un alleato in più per questi ragazzi non male informati e non
male organizzati che, se necessario, sembrano in grado di tirare le
fila di assembramenti più grandi.
Sono quella
manodopera di giovani aspri, aggressivi, e decisi a non accettare
alcun dialogo con la politica, qualunque politica, perché sono
i militanti duri, ambi-destri e ambi-sinistri
dell´antipolitica.
Michele Santoro ne espone ogni tanto
gli esemplari in certe sue trasmissioni come quella puntata di
Annozero a cui è accaduto anche a me di partecipare (la sera
del 7 febbraio). Non ti guardano, non ti parlano, gridano quasi solo
"cazzo".
Sono giovani ostili per le condizioni in
cui vivono e la vita che fanno. Ma rifiutano con estrema durezza ogni
contatto. Ostentano un disprezzo per tutto ciò che è
democrazia e Parlamento. È un disprezzo che li collega di
fatto con i giovani di "Blocco Studentesco", esattamente
come deve essere accaduto negli anni Venti. Dunque qui nessuno si
muove nel vuoto. E non ha più senso pensare a frange o
gruppetti. Che lo abbia voluto o no, la destra italiana ha creato le
condizioni per una destra estrema che raccoglie volentieri certi
simboli e parole codice dal passato. Ma invece di nostalgia ha
progetti per il futuro. E poiché la discussione e il dibattito
non sono i suoi naturali strumenti - e infatti vengono sviliti ed
evitati - il progetto è in attesa di una linea strategica. Ma
il ritorno di una certa area fascista, con la sua componente di massa
("Blocco Studentesco" ci dice che a Roma esiste una «Casa
Pound», dal nome del poeta americano fascista e antisemita, e
una «Casa Prati» occupata insieme a famiglie di
sfrattati) e la sua componente alto-borghese, è già
cominciato.
Per questo è stato importante, e anche
consolante, assistendo giorni fa alla commemorazione di Aldo Moro (30
anni dal delitto) ascoltare Alfredo Reichlin, Leopoldo Elia e Walter
Veltroni dire: «Il senso della politica di Moro è stato
di affermare con tenacia il legame fra la democrazia italiana e
l´antifascismo, un legame rappresentato dalla Costituzione nata
nella Resistenza».
Questa è l´Italia nel
suo passato indimenticabile, nel suo presente difficile, nel futuro
per il quale ci ostiniamo ad avere speranza, in nome di ciò
che è accaduto, e nonostante ciò che sta accadendo. Una
cosa sappiamo: non siamo fuori pericolo.
furiocolombo@unita.it